Psicopatologie

Psicopatologie

Le psicopatologie possono essere definite come quell’insieme di sintomi di natura comportamentale e psicologica che creano alla persona disagi e sofferenze, compromettono la qualità di vita e limitano la libertà individuale.

Le emozioni associate a tali disturbi sono spesso intense, dolorose e pervasive. La persona nonostante diversi tentativi di uscire dal disagio, ha spesso la sensazione di girare a vuoto e di non riuscire a trovare la serenità perduta.

Nella mia attività professionale svolgo psicoterapie individualiper adulti e adolescenti.

Vedi anche Psicoterapia Individuale

Nel disturbo di ansia generalizzato, la persona sente per la maggior parte del giorno, un ansia e una preoccupazione eccessive riguardo a diversi eventi o attività della propria vita. Come se si trovasse in uno stato di minaccia e allerta in assenza di un reale pericolo.

La persona ha difficoltà nel controllare la preoccupazione.

Ansia e preoccupazione sono associate a 3 o più dei seguenti sintomi:

  1. Irrequitezza o sentirsi tesi
  2. Facile affaticabilità
  3. Difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria
  4. Irritabilità
  5. Tensione muscolare
  6. Alterazioni del sonno

Vedi articoli:

L’ Ansia di vivere: minacciati da noi stessi!

Il bello di essere cattivi? la rabbia. 

E’ un breve periodo in cui nel giro di 10 minuti si sviluppano improvvisamente e raggiungono un picco elevato 4 o più dei seguenti sintomi (sintomatologia è simile nelle primi fasi ad un infarto):

  1. Palpitazioni o tachicardia
  2. Sudorazioni
  3. Tremori
  4. Difficoltà di respirazione
  5. Sensazioni di asfisia
  6. Dolore al petto
  7. Nausea o disturbi dell’addome
  8. sbandamento/svenimento
  9. Sensazione di irrealtà o di distacco da se stessi
  10. Paura di impazzire o di morire
  11. Formicolii
  12. Brividi o vampate

Inoltre possono essere: a. inaspettati ossia non li si associa ad un fattore specifico; b. causati dalla situazione, ossia si scatenano nell’esposizione o nell’attesa di una specifica situazione (tipo galleria); c. sensibili alla situazione ossia compaiono a seguito dell’esposizione ad una situazione specifica (tipo mezz’ora dopo essere passati nella galleria).

Vedi articolo:  L’attacco di panico: Uscite “anti-panico” cercasi!

E’ un ansia relativa al trovarsi in luoghi o situazioni dalle quali sarebbe difficile o imbarazzante allontanarsi e nelle quali, potrebbe non essere disponibile un aiuto, nel caso di un attacco di panico.

Nell’agorafobia è presente la paura degli spazi aperti come per esempio luoghi affollato o mezzi di trasporto.

Nella claustrofobia la paura è nei confronti degli spazi chiusi. Entrambe le situazioni vengono evitate o sopportate con disagio e ansia di avere un attacco di panico o viene richiesta la presenza di una persona che accompagna.

Sono paure marcate e persistenti, eccessive e irragionevoli provocate dalla presenza o dall’attesa di un oggetto o situazioni specifiche tipo:

  1. Animali (ragni, serpenti ecc.)
  2. Ambiente naturale (temporali)
  3. Sangue, infezioni, ferite
  4. Situazioni specifiche (tipo la paura di volare)

L’esposizione allo “stimolo fobico” determina uno stato di ansia che può portare ad un attacco di panico sensibile alla situazione, per questo tende ad essere evitato o sopportato con disagio e ansia.

E’ la paura marcata e persistente, di una o più situazioni sociali o prestazioni nelle quali la persona è esposta a persone non familiari o al possibile giudizio altrui e teme di agire in modo umiliante e imbarazzante.

L’esposizione allo “situazione temuta” determina uno stato di ansia che può portare ad un attacco di panico sensibile alla situazione, per questo tende ad essere evitata o sopportata con disagio e ansia.

Vedi articolo: Paura del giudizio o fobia sociale

Coloro che soffrono di questo disturbo sono stati esposti ad un evento traumatico in cui hanno vissuto o assistito o si sono confrontati, con eventi di morte, minaccia di morte, lesioni o minaccia della propria integrità fisica.

L’evento traumatico viene vissuto persistentemente in 1 o più dei seguenti modi:

  1. Ricordi spiacevoli e ricorrenti dell’evento
  2. Sogni spiacevoli e ricorrenti dell’evento
  3. Agire o sentire “come se” l’evento si stesse ripresentando
  4. Disagio intenso di fronte ad espetti o situazioni che potrebbero ricordare l’evento.

Inoltre devono essere presenti 3 o più dei seguenti aspetti:

  1. Sforzi per evitare pensieri, sensazioni associate al trauma
  2. Incapacità nel ricordare qualche aspetto del trauma
  3. Riduzione dell’interesse
  4. Sentimenti di distacco ed estraneità verso l’altro
  5. Ridotta affettività
  6. Diminuzione delle prospettive future.

Infine devono essere presenti 2 o più dei seguenti sintomi:

  1. Difficoltà di addormentamento o risvegli continui
  2. Irritabilità o collera
  3. Difficoltà a concentrarsi
  4. Ipervigilanza
  5. Esagerate risposte di allarme

Questo disturbo è uguale al disturbo post traumatico da stress, solo che i sintomi sono più acuti e la durata è più breve. Il disturbo infatti dura minino 2 giorni massimo 4 settimane.

Vedi articolo: Il tumore: possibile crescita post traumatica?

La persona presenta ossessioni ossia pensieri, immagini o impulsi vissuti come intrusivi e che creano ansia o disagio. La persona tenta di ignorare queste ossessioni attraverso altre azioni ossia le compulsioni. Le compulsioni sono comportamenti o azioni mentali che la persona mette in atto in risposta alle ossessioni e secondo regole rigidamente applicate, al fine di prevenire o ridurre il disagio che accompagna un ossessione o al fine di prevenire le situazioni temute. Per fare un esempio una persona può essere ossessionata dall’idea di prendersi una grave malattia attraverso il contatto con oggetti e persone, quindi per gestire questa preoccupazioni si lava in maniera compulsiva costantemente le mani.

Vedi articolo: Le ossessioni e la mania del controllo

Una persona che soffre di depressione presenta almeno 5 dei seguenti sintomi:

  1. Umore depresso per gran parte del giorno e quasi ogni giorno
  2. Perdita di interesse e piacere per tutte o quasi tutte le attività quotidiane per la maggior parte del giorno
  3. Perdita o aumento di peso (senza stare a dieta)
  4. Insonnia o eccessivo bisogno di dormire quasi tutto il giorno
  5. Agitazione o rallentamento motorio
  6. Mancanza di energia
  7. Autosvalutazione o sensi di colpa eccessivi e inappropriati
  8. Ridotta capacità di concentrazione, e indecisione
  9. Pensieri di morte ricorrenti con l’idea di suicidio.

Se questi sintomi compaiono a seguito di un lutto non si può parlare di depressione.

Vedi articoli:

La depressione: cos’è come uscirne

La Depressione post-partum: neo-mamme che soffrono!

Il bello di essere cattivi? La rabbia. 

I disturbi dell’umore sono caratterizzati dall’alterazione dell’umore in senso depressivo e/o maniacale.

In particolare si distingue:

  1. Disturbo unipolare, ossia la vera e propria depressione (vedi sopra)
  2. Disturbo bipolare, dove la persona alterna periodi di depressione vera e propria (vedi sopra) a periodi manicali caratterizzati da un umore elevato o irritabile accompagnato da minimo 4 sintomi:
  3. Autostima elevata e grandiosa
  4. Diminuito bisogno di sonno
  5. Loquacità o spinta a parlare continua
  6. Sensazione che i pensieri si susseguano velocemente
  7. Distraibilità
  8. Aumento dell’attività lavorativa, sociale, sessuale ecc.
  9. Coinvolgimento eccessivo in attività ludiche dannose (tipo spese eccessive, gioco d’azzardo)

La dipendenza da sostante fa riferimento all’abuso di sostanze  stupefacenti (alcool, eroina, cocaina, acidi ecc.) tanto che la persona mette in atto comportamenti autolesivi che lo porteranno a:

  1. distruzione fisica;
  2. una grave compromissione del comportamento lavorativo, scolastico, sociale;
  3. un forte disagio psicologico e un notevole impoverimento esistenziale;
  4. problemi legali correlati all’auso di sostanze.

Sono caratterizzati da sintomi fisici non giustificati da una patologia medica, non sono intenzionali ossia sono presenti contro la volontà della persona e creano disagio nella vita di chi ne soffre.

Si distinguono in:

  1. Disturbi di somatizzazione, la persona riferisce una storia di lamentele fisiche, iniziata prima dei 30 anni, che porta alla continua ricerca di un trattamento medico. Devono essere presenti tutti i seguenti sintomi:
  2. Sintomi dolorosi (mal di testa, dolori articolari ecc.)
  3. Sintomi gastro-intestinali (nausea, meteorismo, diarrea ecc.)
  4. Sintomo sessuale (disfunzione erettile, problemi eiaculatori, cicli irregolari ecc.)
  5. Sintomo pseudo-neurologico (paralisi, afonia, amnesia ecc.)
  6. Disturbo da conversione, la persona lamenta 1 o più sintomi riguardanti le funzioni motorie (paralisi arto) o sensitive (cecità, sordità). Spesso è presente un conflitto o un fattore stressante associato a tali sintomi.
  7. Disturbo algico, la persona lamenta dolore in 1 o più zone del corpo, il dolore crea malessere, compromette la quotidianità e spesso è presente un conflitto o un fattore stressante associato a tali sintomi.
  8. Ipocondria, la persona vive una preoccupazione legata alla paura o convinzione di avere una grave malattia, interpretando in maniera sbagliata alcuni disturbi fisici che vive. Inoltre la preoccupazione persiste nonostante la rassicurazione medica, tale preoccupazione crea disagio e compromissione della quotidianità.
  9. Dismorfismo corporeo, la persona vive la eccessiva preoccupazione per un presunto difetto fisico (naso, pene ecc.), oppure se è presente una piccola anomalia, la persona ne da un importanza eccessiva. Inoltre tale preoccupazione crea disagio e compromissione della quotidianità.

Vedi articoli:

Il corpo quando comunica un disagio affettivo

Il dolore emotivo…ovvero dove somatizzi?

I disturbi alimentare si distinguono in:

  1. Anoressia nervosa consiste nel rifiuto mantenere il proprio peso al minimo normale per età e statura. La persona vive una forte paura di acquistare peso o di diventare grassa, anche quando si è sottopeso. Inoltre, ha un alterata percezione dello schema corporeo che influenza i livelli di autostima (non si vede mai abbastanza magra e quindi degna di valore) o comunque si rifiuta di ammettere la gravità della condizione di sottopeso.

La persona anoressica attua dei comportamenti volti a prevenire l’aumento del peso tramite vomito, lassativi e/o esercizio fisico, digiuno.

Nelle femmine tali disturbo è associato con l’assenza di ciclo mestruale per almeno 3 cicli consecutivi.

  1. Bulimia nervosa consiste in ricorrenti abbuffate ossia la persona mangia quantità di cibo elevate in un breve periodo di tempo e vive la sensazione di perdere il controllo sulla propria volontà durante queste abbuffate.

La persona bulimica, come nell’anoressia, attua dei comportamenti volti a prevenire l’aumento del peso tramite vomito, lassativi e/o esercizio fisico, digiuno; ma a differenza di essa riesce a mantenere il proprio peso al minimo o al di sopra della normalità per età e statura. I livelli di autostima sono influenzati dalla forma e dal peso.

  1. Disturbo da alimentazione incontrollata (Binge Eating) consiste in ricorrenti abbuffate ossia la persona mangia in un definito periodo di tempo (es. due ore) una quantità di cibo maggiore di quello che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso tempo ed in circostanze simili. Inoltre vive la sensazione di perdere il controllo durante l’episodio.

Gli episodi di abbuffate sono associati a 3 o più delle seguenti caratteristiche:

  1. mangiare molto più velocemente del solito
  2. mangiare fino a quanto non ci si sente spiacevolmente pieni
  3. mangiare grandi quantità di cibo senza essere affamati
  4. mangiare in solitudine per l’imbarazzo della quantità di cibo ingerito
  5. al termine dell’abbuffata sentirsi disgustati di se stessi, depressi o molto colpevoli.

Le abbuffate non si associano regolarmente a condotte di eliminazione inappropriate (per es.: uso inappropriato di lassativi, digiuno, attività fisica eccessiva).

Vedi articoli:

Anoressia Vs Bulimia. Il problema e le sue cause

Anoressia Vs Bulimia. Linee per il trattamento

In questi disturbi la persona manifesta tratti di personalità rigidi, non adattivi che deviano marcatamente rispetto alle norme della cultura di appartenenza.

Il modo di comportarsi è inflessibile in una varietà di situazioni personali e sociali, crea disagio e compromissione della quotidianità. Il disturbo dura nel tempo e spesso inizia a comparire nella prima età adulta senza che la persona riconosca di avere un disagio (spesso riferiscono che sono gli altri ad essere sbagliati).

I disturbi di personalità si dividono in tre gruppi:

  • Gruppo A Disturbo di personalità Paranoide, Schizoide e Schizotipico
  • Gruppo B Disturbo di personalità Antisociale, Borderline, Istrionico, Narcisistico
  • Gruppo C Disturbo di personalità Evitante, Dipendente, Ossessivo-Compulsivo

Vedi articoli:

I disturbi di personalità

Stalking: amori che oltrepassano il limite

La manipolazione affettiva: il narcisista col dipendente

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