L’ Ansia di vivere: minacciati da noi stessi!

L’ansia o il così detto disturbo d’ansia generalizzato, è uno sto di sofferenza che non si riesce a controllare, e dove è presente una eccessiva preoccupazione per una grande quantità di situazioni, tipo andare al lavoro o uscire di casa, essere in costante agitazione per la salute dei familiari, avere paura di piccoli contrattempi, temere disgrazie per sé e per i propri figli ecc.

L’ansia, di per sé non è un sentimento nocivo, perché ci aiuta ad essere attivi e pronti in caso di un reale pericolo o minaccia. Immaginiamo per esempio, di vedere attraversare un cane mentre guidiamo in autostrada; è l’ansia con la sua attivazione al livello cerebrale, che spinge prontamente, di fronte a quel pericolo, a frenare o sterzare.

Quando però l’ansia e la preoccupazione, si attivano in maniera eccessiva, arrecando ancheirritabilità, difficoltà di concentrazione, tensione muscolare, sonno disturbato ecc., e soprattutto si manifestano nei confronti di normali “circostanze quotidiane”, allora questo tipo di ansia diventa “nemica” per noi stessi e per gli altri. Infatti è come se sentissimo con la “pistola puntata alla gola” anche quando non è presente e quindi reale una si fatta minaccia!

Altre volte proviamo ansia soltanto per specifiche situazioni, che comunque compromettono il nostro vivere quotidiano. E’ il caso dell’ansia di esame che blocca per esempio ad un passo dalla laurea; oppure l’ansia da prestazione, che interferisce con la possibilità di vivere la sessualità come un luogo del piacere piuttosto che del “dispiacere”; o anche l’ansia sociale ossia la paura di essere giudicati in maniera negativa quando si è o si fa qualcosa davanti agli altri ecc.
In tutte queste situazioni, vivere e compiere normali azioni della vita quotidiana diventa difficile e faticoso, poiché percepiamo appunto una costante minaccia esterna, come se incontrassimo un “nemico esterno” da distruggere!

E’ proprio però continuando a non riappropriarci di questo nemico, cercando di eliminare e combattere l’ansia, che la guerra non smette di cessare. Il poter invece comprendere da quale minaccia ci stiamo davvero difendendo e il riuscire ad accettare che “la vita non è sempre sotto il nostro controllo”, significa comprendere che noi, in certi momenti, diventiamo i nostri peggiori nemici.

Per esempio, nel caso dell’ansia generalizzata, il poter comprendere quanto davvero affaticano le responsabilità lavorative o la gestione degli imprevisti, o quanto addolora vedere soffrire le persone care; può aiutare a contattare il nostro bisogno di dover essere sempre efficienti, didover controllare tutto, e di non voler che la sofferenza faccia mai capolino nella nostra vita!
Allo stesso modo, nel caso in cui l’ansia si attiva per situazioni specifiche come per esempio l’ansia sociale, il poter comprendere che la maggior paura e preoccupazione non è tanto o solo quella del giudizio negativo dell’altro su di noi, ma che spesso siamo noi “i giudici più severi di noi stessi”, aiuta a contattare il bisogno di essere sempre bravi, efficienti ed efficaci!

In poche parole, a volte pretendiamo tanto da noi stessi, non ci è davvero concesso di poter sbagliare, di avere momenti di solitudine e affaticamento. Può quindi diventare salutare essere piùaccoglienti, comprensivi e indulgenti con noi stessi. D’altronde ad un buon vecchio amico non chiediamo forse, ascolto, sostegno, comprensione e sospensione del giudizio? Se la risposta è affermativa, può essere possibile ritornare ad essere “buoni amici di noi stessi

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