Da quando siamo piccoli l’educazione italiana è passata attraverso il rinforzo o la punizione, attraverso la ricerca “dell’essere bravi, bravissimi, da 10 e lode” e al contrario evitare il cattivo, cattivissimo, il “meno-meno-meno” o addirittura il famoso “scappellotolo”.
Ma cosa c’è alla base di questo tipo di educazione? Quali sono stati e quali sono gli effetti a medio e lungo termine di una educazione così comportamentale?
E soprattutto esiste un metodo alternativo per educare bambini e giovani con risultati soddisfacenti?
EDUCAZIONE TRADIZIONALE
Tutti noi siamo cresciuti e la maggior parte sta crescendo, convinti che se ci comportiamo rispettando le regole e i valori dei nostri genitori e insegnanti, riusciremmo ad essere amati da loro, accettati, non giudicati, riusciremo a sentirci delle belle persone e otterremo tanti vantaggi.
L’esempio di ciò è quello del bambino che per ottenere il giocattolo dei suoi sogni, sa che deve fare contento la mamma e il papà, ossia deve sistemare tutti i suoi giochi, prendere dei bei voti a scuola, comportarsi educatamente ecc.; ne consegue che se sarà quello che gli adulti significativi si aspettano, allora si sentirà un bravo bambino. Ovviamente tutto ciò è vero all’incontrario: se io non riesco o anche non voglio, essere ciò che l’adulto si aspetta da me, allora otterrò punizioni e mi sentirò un bambino cattivo.
Alcuni bambini o ragazzi possono reagire tutto sommato bene a questo tipo di educazione, ossia tendono a reprime i comportamenti socialmente indesiderabili, con scarse conseguenze sulla loro autostima.
Per altri invece, o più sensibili o più fragili, questa educazione può avere serie conseguenze.
Nel mio studio purtroppo vedo spesso i danni che una tale educazione ha procurato sull’autostima delle persone. Quante volte ho dovuto lavorare per smussare alcune rigide convinzioni che i miei clienti hanno con il tempo forgiato su sé stessi tipo: “Io sono sempre stato la pecora nera della famiglia” , “Io non sono mai stata brava come gli altri si aspettavano” o al contrario “Io dovevo sempre essere il figlio/la figlia brava, che non dava problemi”!
UN METODO ALTERNATVO
Allora come si può educare senza i premi e/o le punizioni senza il bravo e/o il cattivo? Si possono identificare 5 semplici regole che ogni educatore, genitore o insegnate che sia, dovrebbe attuare per acquisire autorevolezza e considerazione agli occhi di bambini e ragazzi:
- Il focus è il comportamento e non la persona. Se vogliamo incoraggiare o reprimere un comportamento non usiamo parole che giudicano (in negativo così come in positivo) il bambino/a, bensì focalizziamoci sul suo comportamento con farsi tipo “bene fatto, bene, non mi piace questo comportamento, questo comportamento mi crea problemi ecc”.
- Spieghiamo le conseguenze concrete dei loro comportamenti. Fin da piccoli è importante parlare ai bambini, all’inizio non capiranno tutto il senso delle nostre parole, ma coglieranno il tono emotivo con cui parliamo. Spiegare i vantaggi o gli svantaggi per sé e per gli altri di determinati comportamenti, tipo “prima sistemi la tua cameretta, prima puoi vedere i cartoni”.
- Non esistono bambini buoni o cattivi. Ogni bambino ha le proprie fragilità e le proprie risorse, a volte ci provocano ma sta a noi adulti non colludere e aiutarli ad “essere ciò che realmente sono” e non il “figlio o alunno ideale”.
- Mettiamoci nei loro panni senza levare i nostri. Usiamo l’empatia per cogliere il loro stato emotivo e soprattutto i loro bisogni, per un bisogno posso esserci molteplici soluzioni, ma questo però non vuol dire assecondarli in tutto. Da qui infatti arriviamo all’ultimo punto.
- I no dati con fermezza e accoglienza aiutano a cresce. Quando stiamo per dare un “no”, una frustrazione ai nostri bambini o ragazzi, non pretendiamo che siano felici e accettanti, accogliamo la loro rabbia e frustrazione senza ritornare sui nostri passi.
Piccoli spunti di riflessione per educare i nostri cuccioli, senza minare la loro autostima………
A cura della dott.ssa Maria Cristina Bivona