Donne vittime di uomini violenti

Le motivazioni che possono spingere gli uomini ad agire violenza sulle donne sono le più disparate: conflittualità, tradimento, possesso, ma ciò che accomuna queste situazioni è spesso un sentimento di vuoto negli uomini e di profonda solitudine nelle donne.

Le cronache del nostro Paese, sempre più spesso ci raccontano storie di violenza sulle donne, di morti violente provocate da mariti e compagni all’apparenza integerrimi, che suscitano spesso sentimenti di rabbia, disorientamento, sconforto, malinconia e frustrazione.
Purtroppo sempre più spesso l’opinione pubblica si confronta sulla violenza di genere quando ormai è troppo tardi, quando mogli, madri e figli diventano vittime del silenzio, di un malessere individuale che sempre più si sta trasformando in una devastante malattia sociale.

Uomini che……

– continuano a sentirsi socialmente figli,
– non riescono a diventare padri, ad assumersi la responsabilità delle scelte fatte e di quelle che potrebbero fare,
– non riescono a diventare adulti, a riconoscere e gestire i propri sentimenti e bisogni,
– usano la violenza come soluzione ai problemi,
– e che “cancellano vite” quando mogli e figli non fanno e non sono ciò che vogliono.

Donne che……

– si sentono profondamente sole e bisognose di amore e considerazione positiva,
– in nome di un “amore violento” sperano in un cambiamento del loro uomo,
– vivono nel terrore e nella vergogna,
– pensano di cambiare i propri uomini, anche quando non si rendono conto che di fronte ad un disagio mentale che porta gli uomini ad odiare profondamente le donne, è possibile solo un aiuto da parte di professionisti esperti.

Ma ciò che accomuna i due sessi è la paura del giudizio, come se ci fosse una scissione tra l’immagine pubblica e i propri sentimenti, come se questi uomini e queste donne sentissero una spinta a dover essere mariti o mogli impeccabili, e non ci fosse invece spazio per le fatiche, le sofferenze, le incertezze.

Anzi ci si vergogna di chiedere aiuto, di buttare giù la maschera della “bella parvenza”, si tiene duro fino a che, nel caso di uomini violenti, le sofferenze diventano un vero e proprio disagio psicosociale e, nel caso delle donne, fino a quando ormai limpotenza diventa una condanna a morte.

E’ proprio a partire da questo immobilismo e silenzio, che le istituzioni e i professionisti devo avviare una presa in carico collettiva della violenza di genere, poiché è solo dando ascolto al profondo sentimento di vuoto che circonda gli uomini, e di impotenza che riguarda le donne, che è possibile prevenire questa piaga sociale.
Molte realtà sono nate e sono presenti a favore delle donne e dei loro diritti, la stessa cosa non si può dire per gli uomini.

Allora per fermare questa piaga sociale ……

L’universo maschile dovrebbe comprendere che per essere uomini è necessario divenire persone in grado di esprimere i propri sentimenti, le proprie fragilità, i propri dubbi e le proprie certezze; che il partner non è un oggetto che fa tutto ciò che si desidera, e che per essere padri non basta solo mantenere economicamente i propri figli, che una volta fatti restano per sempre, e che si può anche decidere di non diventarlo, scegliere di vivere liberi e quindi di fermarsi prima di sentirsi in gabbia.

L’universo femminile dovrebbe comprendere che un amore che usa violenza e prevaricazione, non è un amore, un amore che chiede sacrificio e rinunce è un amore non libero e malato e ognuno di noi ha il diritto di vivere una vita felice e soddisfacente senza per forza doversi far carico delle problematiche altrui.

A cura della Dott.ssa M.C. Bivona

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