L’adolescenza e il conflitto: istruzioni per l’uso

Ormai si è sparsa la notizia che essere adolescenti avere figli adolescenti significa entrare in una fase, dalla durata indefinita, caratterizzata da alti e bassi, grandi cambiamentidifficoltà di comunicazionepercorsi emotivi turbolenti e soprattutto da conflitti genitori-figli.

Cercando di fare chiarezza, tra miti, web e super-esperti, l’adolescenza può essere definita come quella fase di transizione, che inizia con lo sviluppo fisico e finisce con l’ingresso nel mondo degli adulti. In realtà mentre il suo inizio è marcato da un cambiamento fisico, tipo crescita del seno, fianchi e mestruazioni per le femmine oppure crescita della barba, peli ecc. nel maschio, il suo termine è fissato più dalla psicologia che dalla fisiologia.

Questo vuol dire che l’adolescenza finisce con la maturazione psicologica e affettiva della persona e tale maturazione spesso, non coincide con la convenzione sociale che definisce la maggiore età, ossia i 18 anni, come l’entrata in piena responsabilità e autonomia dell’individuo nella società. Oggi infatti sempre più di frequente, sappiamo come per un individuo sia molto difficile svincolarsi dalla propria famiglia da un punto di vista sia affettivo che economico.
Dunque, in questo periodo di transizione dal tempo indefinito e dai profondi e radicali cambiamenti, il ragazzo o la ragazza può vivere tutta una serie di conflitti, di cui spesso i genitori sono sia co-spettatori che co-protagonisti, con conseguente instaurazione di un clima confuso, teso e complicato all’interno della famiglia.

A tale proposito un conflitto tipico di questa età è quello che si crea tra il bisogno di autonomia e ancora quello di protezione.

Infatti il ragazzo/a da un lato a seguito dei cambiamenti fisici e psichici, vuole essere più libero, autonomo, vuole affermare sé stesso; dall’altro sente ancora il bisogno di essere protetto, di non assumersi tutte le responsabilità poiché ciò fa ancora paura. I risultati di questo conflitto possono essere sentimenti di ambivalenza e comportamenti contraddittori.
Di fronte a ciò un genitore può avere difficoltà a sintonizzarsi al livello affettivo con il figlio, può non comprendere la vera natura dei suoi comportamenti e soprattutto può egli stesso entrare in conflitto con lui. Infatti i genitori spesso diventano i “bersagli prediletti”, poiché i figli da un lato vorrebbero affrancarsi da loro, da un altro hanno paura di farlo e richiedono ancora protezione e sostegno.

In un tale clima è molto utile che un genitore recuperi la propria adolescenza e provi a mettersi empaticamente nei panni del proprio figlio che sta lottando per diventare adulto.

In poche parole sarebbe molto costruttivo se il genitore non prendesse sul personale gli attacchi del figlio, ma adottasse nei suoi confronti un atteggiamento di “protezione flessibile” ossia cercasse da un lato di promuovere la sua autonomia facendo cresce la fiducia in lui, dall’altro di essere un “porto sicuro e accogliente” di fronte alle sue paure e insicurezze.
Di seguito alcune istruzioni per l’uso “genitori e figli adolescenti” che vogliono aiutare a far chiarezza e non a ridurre e svalorizzare la complessità delle persone e delle relazioni, e che possono essere utili in questo periodo turbolento.

Per cui ricordarsi che:

a) Il conflitto non va negato ma gestito. “Se lo neghiamo come un pentola a pressione scoppierà con più potenza!”
b) Il conflitto è’ una occasione di conoscenza e crescita reciproca“E’ grazie ad un confronto genuino e trasparente che il ragazzo diventa adulto e il genitore si fa conoscere per ciò che realmente è!”
c) Far sbollire la rabbia e comprendere cosa c’è sotto prima di agire. “La rabbia è la punta dell’iceberg, sotto di essa ci possono essere una moltitudine di sentimenti, allora facciamoli emergere!”
d) Essere da modello è il modo più potente che un genitore ha, per tramandare i suoi valori senza rovinare la relazione. “I figli apprendono più da ciò che faccio, che da cio’ che diciamo”.
e) E’ salutare ascoltare e legittimare i bisogni e le emozioni dei figli. “Mettersi nei loro panni e capire realmente cosa ci stanno comunicando dietro il comportamento conflittuale”

f) E’ salutare che i genitori esprimano chiaramente le proprie emozioni e i valori. Anche quando il figlio insiste, il genitore può persiste con fermezza nella sua trasmissione valoriale”.
………………………………In bocca al lupo

A cura della dott.ssa Maria Cristina Bivona

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